Amen”. (L. Galli), Inverno O nonno inverno, sei già arrivato? Da qui la nausea. Nevica sempre di più. Erano circa le sette del mattino, scivolavamo tranquilli verso Bologna per immergerci nella giornata di studio sul tema della resilienza. Nella campagna tacita, bianca, che il gelo tiene prigioniera, pare la nota dimenticata d’una canzone di primavera. (G. Rodari), L’inverno è qui … e già biancheggia il capo alle montagne, cadon le foglie, l’aria è fredda e bruna… Il triste inverno sarà qui tra poco: chiudi ben l’uscio e fatti accanto al fuoco. E poi in fondo se ci pensi bene, se chi ti era accanto ora non c’è significa che non è più la persona giusta per te, volta pagina e vai avanti, la vita è tua non di una presupposta metà! Mi accosto a te preservandoti dai miei giudizi. (certo, a te diamo l’immunità per diritto divino, anche se dio non sei)… sono fragile e morituro, lo so, non posso sfuggire all’alea della mortalità…. Dove passa il fuoco prima o poi rinasce la vita. Fiocchi di neve entrano dal finestrino e toccano la mia mano sciogliendosi. C’è un limite al “si salvi chi può”. Quella carezza della sera Sandra . C’è stato un tempo in cui ho fatto parte di un gruppo di auto-aiuto per la depressione, personalmente non ho mai sofferto di questa patologia, ma allora la mia psicoterapeuta (G.), che mi seguiva per un moderato disturbo della personalità di tipo narcisistico, mi consigliò vivamente di partecipare a quel gruppo perché l’esperienza mi sarebbe tornata utile. “La neve mi mette addosso un senso di morte”. (da Note di Samisen), L’inverno Inerte e silenziosa dorme la terra avvolta in bianco velo, ed il ruscello riposa muto tra i sassi, prigionier del gelo. Muto è il tuo dolore, ben lo so: l’inverno viene. Soffre e lotta un amore trascurato, pena e combatte una persona che ho colpevolmente lasciato. Loro non si conoscono e forse mai si conosceranno, io però le riconosco in me in tutta la loro potenza generatrice e ciò mi rende tutta l’armonia di cui oggi papà Francesco ha sognato di loro tutte. Nulla mi può strappare da te…” Vero. Personalmente non ho mai perso il contatto con il mio “coefficiente ludico” (ci ho fatto pure una tesi). Ulula, a notte, ed empie gli orizzonti (mentre la terra dorme muta e stanca) d’un grigio sfarfallio che tutto imbianca. Hai preso così la decisione di deporre le armi della critica, dell’abbandono e della svalutazione. Sorridente e ammiccante come sempre, profondamente sincero, assolutamente inaffidabile, anacronistico a se stesso, invecchiato male, assuefatto alla disperazione, provocatorio per indole, incompreso per vocazione. Sempre gaio, sempre lieto, senza timore del domani, pare un bimbo poverello che tiene la gioia nelle sue mani. E sempre vi ho chiamati nell’anno che è passato quando tornava il corvo tra i cespi d’insalata. Questa è la mia modalità resiliente. C’è qualcosa nel mattino di ogni giornoche richiama al silenzio che fu prima di me.Mi siedo attento e mi lascio interrogare:vedo che non ci sono domandea cui io non possa rispondere con amore;vedo che l’attesa mi rende tenero e disponibile…perché non c’è ansia nelle mie certezzesolo attesa, laboriosa e morbida.Sto attento a non perdermima forse non ci riuscirò,mi attendo che Tu non mi perdae certo ci riuscirai. Mi preoccupa piuttosto qualcosa di minacciosamente simile: una malintesa e perversa idea di carità affettivo-sessuale che mi porta a ritenere che a questa donna vada fatto il regalo di provare almeno una volta nella vita una relazione sentimentale gratificante e sincera. Ad onta della estenuante guerra di trincea in cui si erano cacciati per paura di perdersi nell’angoscia di una separazione, trapelava possente il grido di un amore che avevano lentamente sepolto a furia di accatastarvi sopra le masserizie inutili della vita. La mia smorfia fa ridere Carlo, rido anch’io, di cuore, ride mia moglie a casa. Ristagno nella prolusione di un’illusione, non la prima e nemmeno l’ultima. Ma per voi bambini buoni, guanti, scarpe, calzettoni, bei mantelli coi cappicci caldi e morbidi lettucci; e regali sul guanciale per la notte di Natale. Il gelido rovaio soffia dai monti e nei camini è greve; non più vezzoso e gaio svolazza l’uccellin dentro la siepe. Nelle correnti di pensiero che attraversano a folate la mia rete parentelare l’ipotetica accoppiata viene vista molto bene, quasi con dispetto per la fortuna toccatami e le allusioni al mio indirizzo si sprecano. L’onda del cerchio arriva fin dove arriva l’acqua, poi…. Ghiaccioli di cristallo ci dona a profusione fa i passeri volare sull’aia e sul verone. fa’ che io non sprechi della vita il poco seme che rimane. “Nessuno” non ci sta e chiama me: “Siamo appena dopo Rimini, amore, c’è un incidente, non posso darti un orario preciso di arrivo… per cena cos’hai preparato? Non così per la sorella maggiore, Aureola, che è monitorata costantemente, in particolare nel momento in cui parte per la sua personale sfilata domenicale: la raccolta delle offerte. Esulto senza sapere d’azzurro, mi vedo senza essere in luce. Fermati un po’ che gliene dico quattro…”. (A. Oggi il mondo, lassù in superficie, festeggia mondanamente gli innamorati e malgrado la terribile banalità di ridurre tutto a mercimonio, ne distillo un regalo di te per me e di me per te. E il suo fiato affannoso di vecchio di muta in vento che soffia gelato. E’ fermo lì da anni, non è mio, forse l’ho trafugato dall’ultima casa in affitto in cui ho abitato oppure me lo sono tenuto come ricordo del soggiorno in qualche casa che mi ha ospitato. Invettive a quelli degli spalaneve. Sono le voci che odi al tuo passare. Qui vandalismo e incuria sono a chilometro zero. errabondo tra le pene da evitare e i piaceri da cogliere. Le strade le puliscono”…. Da solo sono impotente di fronte a lei ma, se qualcuno mi aiuta, una volta o l’altra la cattureremo e proveremo ad addomesticarla. E’ una meraviglia inspiegabile che accade ogni volta, in ogni mare, ad ogni persona. 883 E MAX PEZZALI Aeroplano Andrà tutto bene Bella Vera Chiuditi nel cesso ... Cosa rimane di noi Fine corsa Icaro e Giulia I consigli del cuore Il mio tempo La vita è solo un gioco ... Passa e vai Per l'eternità Ricetta di donna Senza fine Sogni proibiti Lo è da una vita ed è impegnato, come volontariato, sul tema della tenerezza nelle relazioni umane. Porti feste ed allegria nella lieta compagnia? (M. Castoldi), Pomeriggio d’inverno Alza la nota sua, timida e breve, lo scricciolo di mezzo alla prunaia: a tratti di lontano un cane abbaia e qualche falda in aria ondeggia lieve… Qualche labile falda, in preda al vento, discende in un suo molle ondeggiamento… qualche labile falda… uggiola il cane; sale il pianto negli occhi e vi rimane. Oh, quanto d’amore è pervasa, d’inverno, la voce di casa! Fior freddolino, potessimo vedere un ciel sereno e un raggio d’oro splender nel turchino! Dalla mattina si era unita a noi tre una quarta collega, Mary; ora a pranzo sedevamo tutti insieme. Non sono dove dovrei essere. Questi parlava molto bene l’italiano e mostrava sensibilità e cultura non comuni. Il concetto di Sublime nell’arte fu espresso in modo mirabile da Friedrich, Turner e Constable. L’ansia viaggia nell’etere, arriva nel mio cuore resiliente, si scioglie, diventa acqua fresca, ne beviamo, ridiamo, resistiamo, sopravviviamo. Quando, già freddo, il vento nella corsa trova ancora una voce tra le piante, e piangono lacere le foglie, ancora non ci sei se pur t’appressi. Sotto quella pensilina, nel momento del crollo definitivo di ogni speranza, a più di cento e passa km da casa, nel buio più buio della notte del coraggio, ciascuno di noi si siede di fronte alla “fine” e intavola la sua personale trattativa per la sopravvivenza. Possibile? Senza che nessuno me lo avesse insegnato, da piccolo sceglievo dei sassi piatti e provavo a farli rimbalzare più volte sull’acqua. Un cenno di fumo… due orme. che con un pizzico di follia schiariva la via. Squadriglie di spazzaneve planavano in formazione perfetta sulle tre corsie di marcia e spazzavano via milioni di fiocchi morti. Non so quanto tempo sia durata l’estasi olfattiva… forse continua ancora adesso, perché il messaggio che ho ricevuto proveniva anch’esso da quel tratto di vissuto, da quella persona vissuta così intensamente. L’odore di quel detergente verde ha penetrato le mie narici come una miriade di piccoli orgasmi emotivi e mi sono ritrovato dentro un tempo della mia storia in cui la felicità mi dava la sveglia al mattino e la gioia mi dava il bacio della buonanotte alla sera. Una lieta compagnia?” Della stanza nel tepore ben di cuore vorrei darti il benvenuto; ma se penso ai poveretti il mio labbro resta muto. E’ una persona semplice, pura di cuore, che gli sguardi attenti della platea maschile praticamente ignorano perché non ha tutte le rotelle al posto giusto. La neve era stata evocata, aveva fermato le nostre digestioni, già necessitavamo di piccole dosi di “ri-evocazione” per trasformare tossine di crisi in vitamine di resilienza. S’increspa verde – argento tutta l’acqua. A Bologna nevicava già abbondantemente… Niente paura! Ha a che fare con le sensazioni (con i sensi) più che con il sentire (cioé con i sentimenti), perciò risente del peso della carne più che della leggerezza dello spirito. Lei attira le catastrofi con molto tatto, quasi con poesia. Pendon dai brulli rami innumeri ghiaccioli, mentre le brine disegnano ricami, frange, nastri, gale e trine. Un tratto in leggera salita dove c’è il caos. Qui ci sono persone in gamba, si fanno le cose per bene. E’ l’inizio della fine. (A. Rossini), L’inverno Di notte nell’ultima notte, è sceso il sipario sulla festa di autunno. Questo mi dà modo di ragionare con sufficiente lucidità, tanto da intuire che le vecchie catene di Carlo non sono della misura giusta. Quando torni rondinella bianca e nera tornerà la primavera. Dei salumieri nelle vetrine son verdoline le olive già; ci son le aringhe belle d’argento e soffia un vento indiavolato: cattivo inverno eccoti qua! SALITE A BORDO - Una pagina-stanza, il vero quartiere generale delle notizie, qui 24 su 24, 7 giorni su 7, le ultimissime, i colpi di scena, la mappa col tracking e le posizioni in classifica, i link a foto, video e testi più interessanti e attuali. Per noi quel laboratorio ha avuto un’appendice di 12 ore estremamente efficace. E dopo, l’acqua cadde a rovesci, a schianti, a rombi e fu inverno… (F. M. Martini), L’inverno nel villaggio Scende dal bosco il vecchio campagnolo col suo fascio di legna sulle spalle. (G. G. Moroni), Inverno lungo Per un raggio di sole non è lo sgelo. Hai un mantello ch’è senza pari, proprio tessuto dalle tue mani, soffice, lieve, immacolato; in esso celi le case e il prato, i colli e i monti, poi me lo presti ed io vi affondo in allegria. Ha bloccato, in un istante, la graziosa cascatella e le ha tolto all’improvviso il suo canto ed il suo riso. Più discosto c’è un violinista convocato per l’occasione che armeggia con l’arco sulle corde, ma non esce alcun suono, solo qualche bollicina… (bollicina? Togliendo le catene dalla ruota sulla quale tentavamo di montarla, ho modo di toccare la gomma a mani nude. Cosa c’è da sistemare in questo paradiso? I vetri coperti di brina invitano ai ghirigori; “Facciamo una bella cortina con stelle, casupole e fiori!” I prati son tutti gelati, ma, dietro i vetri appannati, non temon del freddo i rigori e stanno, con gli occhi incantati, estatici tre spettatori. La mia casa non è qui. Età Dai 9 anni. Per un minuto ci sentiamo salvi. Semi rimasti nel vento, sospesi nell’ansia, smarriti nell’ira. Bimbi, il mio tempo muore. Grazie alla corsia d’emergenza arriviamo al “cimitero degli elefanti”. Non la vogliono? Ride il babbo, la mamma vi bacia e stringe al petto; e bambole e balocchi fan tutti un’allegria. Come se fosse un’utopia scintillante e grandiosa. Il gatto inverno Ai vetri della scuola, stamattina, l’inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fa i giochi di prestigio, le case fa sparire e ricomparire; con le zampe di neve, imbianca il suolo e per la coda ha un ghiacciolo… Sì, signora maestra, mi sono un po’ distratto: ma per forza, con quel gatto, con l’inverno alla finestra che mi ruba i pensieri e se li porta in slitta per allegri sentieri. Hanno chiuso l’autostrada per neve, non entra più nessuno ai caselli. Anna ci raggiunge, Mary fa una conversione e svanisce nel candore funereo di una rotonda pesarese. Cosa depredi ancora in me che io non ti abbia già offerto? Il Signore si ricordò che in loro aveva impresso una somiglianza tipicamente divina: la gioia, ebbe allora la felice idea di renderli per sempre i messaggeri della Gioia originari. (G. Aimone), Mago gelo In silenzio, tutto solo, sotto un cielo di stellato, questo notte Mago Gelo dappertutto ha lavorato. dammi una terra materna dove possa riposare il mio presagio di pane; Tu che riempi i miei silenzi con un amore che non capisco. Debbo approfittare della porta del tempo mentre è ancora aperta, debbo mettermi ancora una volta in viaggio. Ha disteso sulla gronda un merletto inargentato; lungo il rivo, sul laghetto, un cristallo smerigliato. Ci fidiamo di lei, è una bella garanzia di resilienza anche questa. E’ stato un brutto incidente, non passa nessuno, non so quanto tempo rimarrò in questo stato, forse ci morirò. Son curve le piante: la neve è pesante… pesante che casca qua e là da una frasca. Dopo Cesena, sul parabrezza arrivavano leggerissimi fiocchi di neve che non facevano a tempo a smembrarsi in pulviscolo che venivano subito sbattuti via dalle spazzole del tergicristallo. saremo ancora in viaggio senza alcun retaggio. Nel grigio fine un’ala appena, fa musica. Alta è la neve. Accesa la terrò forte, buona e bella e tranquillo aspetterò che nel cielo sia una stella. La neve non urta, non rompe. In pace dunque con il passato, con la vita e col genere umano, ti sei trovato a vivere il gruppo come una nuova famiglia a cui dare affetto e carezze per riceverne altrettante conferme. Palta nerastra buttata sdegnosamente fuori dai piedi, fuori dalle gomme. Mi sembrò di bere a sazietà di quel succo profumato, poi mi rigirai verso il bivio e mi lasciai trovare da una risposta, questa: Mai una risposta semplice, Signore; mai che mi spiani la strada, che mi prendi per mano e mi conduci per la scelta migliore: mai che ti fai carico di una mia difficoltà, di un dubbio, di una perplessità. è rimasto a proteggere i suoi, da vero prode: retrogusto dolce di una superiore verità. Ma quando smetterai le incursioni di sublime nella mia terra languida di nostalgia?
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